Presso l’Archivio di Stato di Firenze oggi c’è stata la cerimonia di consegna del diploma al professor Alessandro Barbero. Lo storico e saggista ha ricevuto il diploma “honoris causa” della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica. Barbero, per ventisei anni professore ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, si colloca tra le figure del mondo accademico che hanno saputo meglio coniugare attività scientifica e capacità didattica con un intenso impegno per la divulgazione della storia. Il riconoscimento è stato conferito con questa motivazione“Ha saputo utilizzare con efficacia tutte le risorse comunicative disponibili oggi, associate ad un linguaggio chiaro e piano ma mai banale che, pur senza mai dimenticare l’analisi delle fonti storiche, è riuscito ad avvicinare il più vasto pubblico a questioni storiografiche anche molto complesse, suscitando in particolare nei giovani un vivo interesse per la storia e le sue fonti”.

Il professor Barbero in occasione del conferimento del Diploma ha tenuto una lezione proprio sulla battaglia di Montaperti. Combattuta a pochi chilometri a sud-est di Siena il 4 settembre 1260, “è una storia molto italiana di campanili, non c’è solo in Toscana che gli italiani hanno questa caratteristica di odiarsi tra di loro. La cosa meravigliosa è che questo ci rende italiani. Significa appartenere a una città, una regione, con una fortissima identità. La battaglia di Montaperti è una bellissima sfida per uno storico”.

Per l’occasione è stato esposto il cosiddetto “Libro di Montaperti“, ovvero ciò che rimane dell’archivio dell’esercito fiorentino, catturato sul campo dai senesi, portato in città, e lì conservato a perenne ricordo della loro vittoria, ma che nel 1556, dopo la conquista di Siena da parte di Cosimo I, il duca fece riportare a Firenze dove da allora è custodito.

“Quello che posso fare oggi” ha aggiunto Barbero a margine, “non è raccontare cosa è successo quel giorno del 1260. Cosa è successo davvero nessuno lo sa. Io posso raccontare cosa si ricordavano i senesi e cosa si ricordavano i fiorentini. Si ricordavano due cose completamente diverse”.

🎙Barbero è poi anche tornato sulla sua decisione di lasciare la carriera accademica. In un’intervista concessa a La Stampa ha recentemente detto: «Mi sono accorto che il lavoro di docente è diventato inutilmente più gravoso. La burocratizzazione del nostro mestiere, il tempo passato a svolgere attività che un amministrativo farebbe molto meglio, la pretesa di trasformare studiosi e ricercatori in capi ufficio ha reso stressante un lavoro bellissimo».